Le pratiche di rigenerazione e riqualificazione urbana in Emilia-Romagna
Un modello di sviluppo incentrato sulla riqualificazione di edifici e soprattutto intere aree urbane e improntato sulla lotta ai cambiamenti climatici e al freno del consumo del suolo vergine ha preso posto nella Legge Urbanistica 24/2017 che mira a ridurre l’espansione delle città da un piano di 250 chilometri quadrati a circa 70.
La Regione Emilia-Romagna ha approvato una strategia per la qualità urbana ecologico-ambientale con lo scopo di ridurre il consumo di suolo e innescare processi di rigenerazione. Come si evince dalle pubblicazioni della Regione (maggiori informazioni sono disponibili QUI), ad un anno dall’entrata in vigore della Legge i dati dell’osservatorio sul consumo di suolo sono a dir poco incoraggianti: sono infatti già quasi 50 i chilometri quadrati di previsioni in espansione delle zone verdi o agricole ad essere state cancellate e stanno partendo investimenti pubblici e privati per oltre 100 milioni di euro per interventi di rigenerazione urbana nel territorio regionale.
Grazie alle risorse destinate alla Nuova Legge Urbanistica, la Regione ha stanziato 40 milioni di euro per la realizzazione di decine di progetti in tutto il territorio regionale. In questo scenario, la Legge Regionale 24 prevede l’erogazione da parte della Regione di contributi finanziari destinati non a finanziare programmi di intervento speciali, piuttosto a sostenere l’attuazione del piano urbanistico generale.
Non è un progetto di sole parole: scaduto il termine dei tre anni dall’entrata in vigore della Legge per assumere la proposta del nuovo piano e due anni per approvarla, la Legge prevede che decadano comunque tutte le previsioni in espansione previste.
Con la definizione di questa legge, i Comuni dovranno individuare le aree urbane riducendo a zero il consumo di suolo; inoltre, la rigenerazione di intere aree diminuirà lo spreco del territorio attraverso un severo controllo della struttura insediativa. Si tratta di un processo che mira a un netto incremento della resilienza urbana e territoriale accompagnato da una forte riqualificazione dello spazio pubblico. Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale attraverso iniziative quali la costituzione di un albo degli immobili resi disponili per la rigenerazione, l’uso temporaneo, i concorsi di architettura e la progettazione partecipata. Per questo, i motivi e le richieste del sociale hanno un ruolo di grande importanza: la dimensione sociale, infatti, è composta da innovazione e inclusione ed è perciò lo scopo della Legge quello di integrare nella strategia una nuova abilitazione o ri-abilitazione delle reti di welfare.
Un esempio di notevole interesse lo si ritrova nel caso del Comune di Castiglione de Pepoli. Lo studio Pratello ha collaborato alla realizzazione di un parcheggio multipiano da oltre 70 posti auto nella da anni in disuso ex Casa Protetta per anziani che, attraverso un percorso partecipativo insieme alla cittadinanza, si è scelto di demolire. Il centro storico di Castiglione de Pepoli, antico feudo medioevale dell’omonima famiglia, si trova su un versante assai pendente della zona di montagna dell’alto appennino bolognese. Il paese è sviluppano su più livelli e le principali vie di comunicazione – via Fiera e via Pepoli – percorrono estensioni parallele che però non trovano mai un punto di unione. I parcheggi sono quindi stati ricavati ai lati della strada, e di questo ha penato la costruzione di marciapiedi. La realizzazione del nuovo parcheggio permetterà dunque di spostare la automobili da via Fiera e mettere in sicurezza la strada con appositi parcheggi. La progettazione vede l’utilizzo di doghe in legno sulle quali saranno collocate piante rampicanti al fine di armonizzare l’edificio nel contesto paesaggistico di pregio della zona. Inoltre, le rampe di accesso saranno riscaldate per scongiurare problemi che, nei mesi invernali, possono caratterizzare il Comune posto a 700 metri sul livello del mare.
Foto: Castiglione de Pepoli – pagina FB ufficiale – Bacchetti GP