temperatura e umidità negli spazi chiusi: progetto per impianti efficienti
La termotecnica riguarda le applicazioni di carattere industriale dell’energia termica in merito a produzione, trasmissione e conversione. Si tratta di una scienza applicata a partire dalla fisica tecnica, che si occupa di sistemi fisico-meccanici utilizzati per garantire a un edificio la temperatura, l’umidità e il ricambio d’aria ottimali. Lo studio e l’innovazione degli impianti di riscaldamento, raffreddamento, condizionamento, ventilazione, climatizzazione e refrigerazione si concentra in particolare sull’efficienza energetica e mira a fornire all’edificio le condizioni ideali per l’abitabilità e il benessere.
In questo articolo ci concentreremo sui nuovi impianti e sulle tecniche migliori per stabilire la temperatura e l’umidità favorevoli e ad alto risparmio energetico negli immobili a uso abitativo – in merito, visitate la pagina di pubblicazioni, QUI, in cui viene presentato il volume L’Azienda Abitabile.
Caldaie.
Esistono differenti tipi di funzionamento delle caldaie, a partire da quelle a condensazione per finire alle caldaie multi-combustibili. Analizziamole.
- Caldaia a condensazione. Si tratta di una soluzione innovativa in uso negli ultimi anni che, a dispetto delle ormai obsolete caldaie a tenuta stagna, sfruttano i fumi e il vapore acqueo del riscaldamento, che rappresenta circa il 10% dell’energia consumata, eludendo la dispersione nell’atmosfera. Si alimentano sia a Metano che GPL e il loro costo può oscillare tra i 700,00 e i 4.000 euro. Dal 2015 è inoltre obbligatorio, per la loro istallazione, la classificazione energetica ErP. Il risparmio sulla produzione di acqua calda si aggira dal 15% al 20% su una temperatura di circa 75 gradi Celsius. Inoltre, a seconda della tipologia scelta, è possibile usufruire di una detrazione fiscale Ecobonus fino al 65%.
- Caldaia a pellet. La caldaia alimentata a pellet ha lo svantaggio di essere più ingombrante e costosa rispetto alla caldaia a condensazione, ma i suoi vantaggi in termini di risparmio a lungo termine ed efficienza energetica la rendono un’ottima soluzione. La caldaia a pellet ha infatti conquistato una grossa fetta di mercato grazie anche alla diffusione delle stufe alimentate nel medesimo modo. A seconda della tipologia energetica, la caldaia a pellet ha un costo variabile tra 2.500 e 4.500 euro. Il suo potere calorifero e la sua efficienza energetica sono nettamente maggiori rispetto a una caldaia a tenuta stagna o a condensazione; inoltre, il combustibile (pellet) ha una grande economicità e l’istallazione è particolarmente semplice.
- Caldai ad accumulo. Questa caldaia, seppur parecchio ingombrante, ha il vantaggio di disporre di grandi quantità d’acqua calda pronta all’utilizzo, a differenza di altre caldaie che necessitano di un’attivazione. Questa caratteristica consente di ridurre lo spreco d’acqua e di poter usufruire di acqua calda in differenti zone della casa. È una soluzione ideale per grandi nuclei abitativi e familiari.
- Caldai multi-combustibile. Le caldaie possono essere alimentate in vario modo (GPL, Metano, pellet) e, tra i combustibili, troviamo anche il nocciolino di sansa. Si tratta di un biocombustibile ottenuto in modo indiretto dalle biomasse – organismi animali o vegetali – e in questo caso si tratta del prodotto ottenuto dallo scarto della spremitura di olive, perciò è palese il rispetto ambientale di questo combustibile. Il costo per l’alimentazione si riduce quindi di circa il 70% e il livello di coibentazione permette rende possibile sfruttare al massimo il calore prodotto. Il serbatoio può contare circa 20 chili perciò garantisce una considerevole autonomia. Il costo di questa tipologia di caldaia varia da 1.600 a 8.000 euro a seconda dell’efficienza e della capienza.
Impianti radianti.
Gli impianti radianti che possono essere istallati a pavimento, soffitto o parete utilizzano vettori termici a bassa temperatura integrati con la pompa di calore come unico strumento necessario al riscaldamento o raffrescamento. Il principio di irraggiamento raggiunto grazie alla posizione e al reticolato dell’impianto è la soluzione ideale per un ottimo comfort abitativo. L’efficienza di una pompa di calore migliora del 25% se abbinata a un sistema radiante rispetto a un impianto a ventilconvettori, sia in riscaldamento che in raffrescamento, perciò si unisce un ambiente ottimale al risparmio energetico.
Se si istallano impianti radianti a pavimento, la normativa UNI EN 1264-3 impone una superficie e una temperatura ottimale; inoltre, questa tipologia di impianto permette un risparmio combustibile fino al 50%. Oltre all’impianto per pavimento, si può optare per un impianto a soffitto con varie disposizioni (capillare, rasata o modulare), o per un impianto a parete quando, per esigenze di costruzione, non è possibile istallarlo a pavimento o a soffitto.
Come specificato prima, gli impianti radianti possono essere utilizzati anche per il raffrescamento nella stagione estiva; ancora, è possibile integrare un sistema di deumidificazione dell’aria. Il costo degli impianti varia a seconda delle dimensioni e parte indicativamente da 80,00 euro a MQ.
Fotovoltaico.
Gli impianti fotovoltaici sono impianti elettrici ad accumulo composti da uno o più moduli fotovoltaici che utilizzano l’energia solare per produrre energia elettrica attraverso materiali sensibili alla luce (come il silicio). Secondo la norma CEI 64-8 i pannelli fotovoltaici vanno collegati a un sezionatore che permette di scollegare l’intero l’impianto in caso di interventi sulla rete o quando ci sono scariche atmosferiche o picchi di tensione. I contatori in numero pari a due si occupano da un lato della misura dell’energia prodotta e dall’altro, il bi-direzionale, dell’energia immessa e auto-consumata. Esistono due principali tipologie di impianti. Quello a isola, ovvero non collegato a nessuna rete e che sfrutta energia autoprodotta; e l’impianto fotovoltaico a connesso in rete, ovvero collegato a una rete elettrica di distribuzione esistente. Le certificazioni KIWA e IFI garantiscono l’assenza di materiali pericolosi, tossici e inquinanti.
I vantaggi di un impianto fotovoltaico sono evidenti. In primo luogo, il risparmio e l’autonomia di produzione dell’energia elettrica; l’aumento del valore di un immobile a seconda della potenza, durata e tipologia dell’impianto; e l’alta sostenibilità ambientale (per ogni kWh prodotto si risparmia infatti l’immissione nell’ambiente di 700 gr di CO2). Il costo di un impianto fotovoltaico parte da circa 7.000 euro per 3Kw, ovvero il fabbisogno energetico medio di un’abitazione. Gli impianti fotovoltaici installati sui tetti delle case inoltre beneficiano di una detrazione fiscale del 50% fino al 31 dicembre 2019.
Tutte le migliori apportate a un immobile in campo di risparmio energetico, ammodernamento, efficienza ed ecosostenibilità si avvantaggiano di una detrazione fiscale confermata dalla Legge di Bilancio 2019, QUI un articolo che spiega i contenuti del Bonus casa.