Il legame tra architettura e luce rappresenta l’elemento di imprescindibile cooperazione per i professionisti che si occupano di progettazione degli spazi. All’esterno, la luce evidenzia le forme e i volumi di una struttura; indica gli ingressi e conduce in direzione dell’interno dell’edificio. Un progetto illuminotecnico deve però tenere conto del luogo al quale è dedicato. La necessità di illuminazione varia infatti a seconda se ci si appresta a progettare un aeroporto, un luogo di culto o una struttura alberghiera.
La luce, la sua intensità e direzione guidano l’utente anche all’interno degli spazi; ad esempio, l’illuminazione di un hotel deve essere accogliente e sicura, così che l’ospite possa facilmente individuare le aree dei principali servizi (reception, sala ristorante, bar, ascensore, ecc). A maggior ragione, i luoghi adibiti a servizi di trasporto come un aeroporto o una stazione ferroviaria necessitano di un’illuminazione diretta alla facile fruibilità dei servizi (check-in, servizi igienici, area controlli, botteghino dei biglietti o obliteratore).
La luce diventa “materiale architettonico” capace di modulare e definire gli ambienti dando loro una definizione spaziale, ma anche di utilizzo. In un luogo di rappresentanza, ad esempio, come una sala meeting, l’illuminazione deve concentrare l’interesse sul relatore principale o, nel caso, sul gruppo di lavoro, definendo gli spazi e sottolineando il punto nevralgico al quale l’utente deve prestare attenzione. All’interno di una spa, al contrario, una luce soffusa e irradiata, magari, dal profondo di una vasca termale, definisce l’area verso la quale indirizzare l’ospite e dà a quest’ultimo una sensazione di benessere e relax. In un ufficio, a seconda delle necessità, l’illuminazione quanto più naturale possibile deve essere indirizzata alle postazioni di lavoro e garantire la sicurezza e la piena operatività dell’organico lavorativo (per scoprire di più sugli ambienti di lavoro cliccate QUI – L’Azienda Abitabile).
In un luogo di culto, come una chiesa o una cappella, l’illuminazione deve rimarcare gli ambienti dedicati alle funzioni religiose e creare, in maniera opposta, un contrasto riservato per chi desidera pregare in privato – si noti, infatti, la classica struttura delle cattedrali gotiche composte da una navata centrale pienamente illuminata grazie alle vetrate poste dietro l’abside e dalle navate laterali meno luminose solitamente riservate alla preghiera privata.
In un luogo di culto, così come in ogni spazio che rispetti i canoni di attenzione per l’ospite o utente, anche il silenzio diventa parte integrante dell’architettura e della scelta di design. L’isolamento acustico all’interno degli uffici, ad esempio, occupa un ruolo di spicco per il benessere e la produttività dei lavoratori. Le residenze private, così come i luoghi pubblici o le industrie, esigono spesso interventi di isolamento acustico o insonorizzazione (ad esempio, gli studi di registrazione o le industrie automobilistiche e nautiche). Nelle scelte di design e di progettazione il connubio tra illuminazione e silenzio, a volte declinato in ordine e linee definite, crea ambienti capaci di offrire l’efficienza e il senso di benessere indispensabili nella nuova era lavorativa e nell’ambito del privato.
Il silenzio e la luce in architettura tracciano l’integrazione tra esterno e interno che rappresenta abitualmente l’unione tra la natura e l’ingegno, un’unione che ancora oggi, a distanza di secoli, l’uomo rincorre con lo scopo di raggiungere un equilibrio duraturo. I giochi di luce e ombre, una particolare ricerca di angolazioni e di esposizioni, nonché il riconoscimento del silenzio come “oggetto” architettonico e di design permettono la progettazione di luoghi, pubblici o privati, capaci di perfezionare l’esperienza di chi li vive o ne vuole trarre beneficio.
Lo studio Pratello si occupa da anni di progettazione degli ambienti con particolare attenzione al design della luce e alla distribuzione degli spazi. È possibile ricevere maggiori informazioni cliccando QUI.