Le differenze tra gli impianti energetici e le classi di appartenenza: quale scegliere.
Le direttive europee 2002/91/CE e 2006/32/CE sono il punto di riferimento per le nuove migliorie energetiche degli edifici. In questi ultimi anni, l’Italia ha seguito le nuove normative e approvato il Decreto Legislativo 192/2005 che prevede una catalogazione degli edifici in base a differenti classi energetiche. Cita la direttiva UE: Nello sforzo di conseguire l’efficienza energetica, grazie a cambiamenti tecnologici, comportamentali e/o economici, si dovrebbe evitare un significativo impatto ambientale negativo e andrebbero rispettate le priorità sociali. È in questo contesto che il DL 192/2005 esprime nuovi standard di efficienza energetica e progettuali per ridurre i consumi energetici e di conseguenza l’emissione di gas CO2.
Quali sono le classi energetiche catalogate?
Il Decreto Legislativo 192/2005 ha classificato dieci differenti categorie di validità energetica; dalla più efficiente alla meno efficiente: A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F e G. Ciascuna di queste classi è contenuta in una fascia di consumo, ovvero una successiva classificazione definita da due estremi: il consumo maggiore e il consumo minore, individuati in Kilowattora per metro quadro.
Mettiamo a confronto la classe A4, la più efficiente, che vede consumi inferiori a 0,40 Kilowattora, e la peggiore, la classe di efficienza G, che supera i 350 Kilowattora a metro quadro. Si tratta dei due estremi della fascia di consumo. Tuttavia, i fattori che determinano la prestanza energetica di un edificio non riguardano solamente la fascia di consumo o le classi di appartenenza, ma anche le tipologie di elettrodomestici, la dispersione del calore e quindi l’isolamento termico, l’edificazione e gli impianti (QUI per approfondire).
In questo contesto, la Campagna di Legambiente sull’efficienza energetica in edilizia “Tutti in classe A” del 2014 ha evidenziato che il patrimonio edilizio italiano presenta ampi margini di miglioramento sul piano dell’efficienza energetica. L’indagine ha preso in considerazione 500 edifici da Catania a Bolzano in ben 47 città italiane e ne ha evidenziato pecche e scarsi controlli, sia su progetti di ristrutturazione, sia su nuovi edifici che portano anche firme prestigiose. In quest’ottica, i parametri necessari per favorire il risparmio energetico e, non meno importante, l’attenzione alla cura dell’ambiente, presuppongono nuove edificazioni che soddisfino le fasce di consumo più elevate e, di conseguenza, ristrutturazioni di edifici anche storici che permettano agli acquirenti un alto rendimento energetico.
Affermare che in ogni ristrutturazione o in ogni acquisto immobiliare è necessario ottenere la più alta classe energetica sarebbe tuttavia errato. Quasi il 59% del patrimonio edilizio italiano è stato edificato prima del 1977; per questo motivo è favorevole optare per un valido equilibrio che possa offrire un alto rendimento energetico – e quindi minor consumo e più tutela per il pianeta – in ambienti anche obsoleti o in strutture d’impronta classica che hanno dunque una necessità di connubio tra modernità e tradizione (Classico & Contemporaneo)
Lo studio Pratello offre ai suoi clienti consulenze mirate e un’analisi approfondita per progetti di ristrutturazione che soddisfano i bisogni energetici degli immobili senza nulla a penare dalla loro struttura originale. È in questo contento che l’applicazione della termotecnica acquista peso e interesse, visitate la pagina dei Servizi.